Giro d’Italia 2018, Formolo comunque soddisfatto: “Puntavo alla Top5, la tappa dell’Etna ha condizionato tutto…”
Davide Formolo agrodolce al termine del Giro d’Italia 2018. Capitano alla partenza della Bora – hansgrohe, il veronese ha confermato il decimo posto della passata stagione, dimostrandosi spesso in grado di giocarsela in salita con i migliori, prestazioni che rendono dunque amaro il piazzamento, pur dandogli chiaramente fiducia nei propri mezzi e nella propria crescita. Giunto a Roma con un ritardo di 15’16” da Chris Froome (Sky), l’ex Cannondale ha perso cinque minuti di questo ritardo nella sola giornata dell’Etna, potendo così chiaramente aumentare i rimpianti per una tre settimane che probabilmente lo avrebbe altrimenti visto quantomeno in lotta per l’ambizioso obiettivo che si era prefissato.
“L’obiettivo alla partenza del #Giro101 era quello di arrivare tra i primi cinque in classifica – spiega il talento di Negrar a L’Arena – La tappa dell’Etna ha condizionato tutto. La caduta è stata determinante, poi ero rientrato in gruppo, ma ho pagato lo sforzo e sono andato un po’ in panico. Si spiegano così i cinque minuti persi”.
Successivamente, “uscendo di classifica” Roccia sperava “di avere più possibilità di puntare al successo di tappa”, correndo in maniera più offensiva, tanto da aver effettivamente più volte concluso con i primi, sfiorando il successo in particolare a Montevergine di Mercogliano. Anche quel giorno tuttavia una beffa: “Credevo di aver vinto perché non avevo visto Carapaz uscire dal gruppo“, ammette il 25enne.
Archiviata la prima settimana, durante il secondo weekend tutte le attenzioni erano puntate sulla tappa dello Zoncolan, a cui Formolo teneva particolarmente, anche se le cose non sono andate neanche lì come sperato: “Non sono andato troppo bene. Quel giorno non mi sentivo al meglio. Ho trovato la salita veramente dura, ma abbiamo anche commesso un piccolo errore puntando sul 36×30 di rapporto. Sarebbe stato meglio andar su col 34×32. Sì, in effetti, ho sbagliato rapporto: sono salito a 75 pedalate al minuto su quei muri perché non avevo altri rapporti”.
Una nota molto positiva riguarda la cronometro, da sempre un esercizio indigesto a Formolo, nella quale invece quest’anno è riuscito a contenere i danni dai rivali. “È andata meglio delle altre volte – spiega – Non ho perso molto dai big, a conferma del buon lavoro di preparazione svolto per migliorare in questo esercizio così particolare. L’ho affrontata a tutta per imparare a conoscermi e per aumentare l’esperienza.”
Entrando nella terza settimana, quella cruciale, il portacolori della Bora-Hansgrohe è sembrato “più fresco rispetto alle passate edizioni della corsa, come dimostrano i buoni piazzamenti nelle ultime due tappe di montagna.” Inoltre, si è rivelato un ottimo uomo squadra, in grado di aiutare il suo compagno Patrick Konrad, l’altro uomo di classifica della compagine tedesca, a centrare un piazzamento nella top 10.
Alla fine è arrivato un decimo posto, come quello del 2017, ma è lo stesso Formolo ad affermare che è meglio “quello di quest’anno. A parte l’handicap del ritardo sull’Etna che ha dato prospettive diverse al mio Giro, sono andato vicino al successo a Montevergine di Mercogliano, ho fatto un 5° posto a Caltagirone, un gran 6° sul Gran Sasso, un 7° posto allo Jafferau e un 8° a Cervinia.”
Per uno dei gli italiani più promettenti nel futuro nelle corse a tappe, ora qualche giorno di stacco prima di ripartire con il Giro di Slovacchia e il Campionato Italiano, con un percorso in cui potrebbe anche cercare di dire la sua. La seconda parte di stagione sarà poi improntata sul Giro di Polonia e sulla Vuelta a España, sperando di migliorarsi ancora e soprattutto “che non mi ammali come l’anno scorso”. Programma che potrebbe condurlo infine alla convocazione per il Mondiale di Innsbruck 2018, dove uno con le sue caratteristiche farà sicuramente comodo a Davide Cassani e Vincenzo Nibali.
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